di Luca Guglielminetti
L’A., partendo dalla sua personale esperienza di collaborazione con la più grande associazione italiana di vittime del terrorismo, mette in evidenza varie forme di doppia vittimizzazione e biasimo delle vittime nella percezione sociale degli atti terroristici. Confrontando l’esperienza italiana dei cosiddetti ‘anni di piombo’ con l’attuale minaccia internazionale, l’A. argomenta come l’opinione pubblica sia soggetta al condizionamento dei media e alla strumentalizzazione politica che causano una percezione sociale limitata, partigiana e talvolta ostile delle vittime. Simpatie e antipatie, empatia e idiosincrasia spingono la comunità a degradare le vittime a simbolo, come fanno i terroristi. Il caso italiano mostra che le vittime deumanizzate riacquistano valore positivo di fronte alla società civile solo quando il conflitto si chiude con la volontà politica di riconoscere tutte le parti.
Ricercatore indipendente, membro del Radicalisation Awareness Network (Ran) della Commissione europea, del Gruppo Italiano di Studio del Terrorismo, e dell’Associazione Leon Battista Alberti. Dopo gli studi presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Torino con lo storico del “Settecento riformatore”, Prof. Franco Venturi, è dagli anni ‘90 libero professionista nell’ambito della comunicazione, formazione e relazioni internazionali, ed è stato per 15 anni consulente dell’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo (Aiviter).
Tratto da: Rassegna Italiana di Criminologia n° 4/2017